Come si entra in un fondo


Possono sottoscrivere quote sia singoli individui (famiglie o imprenditori commerciali individuali) sia, entro certi limiti, le compagnie di assicurazioni che operano nel ramo vita. I modi per entrare in un fondo sono sostanzialmente due: si può versare subito per intero il controvalore delle quote che si è deciso di acquistare, oppure sottoscrivere un piano di accumulo periodico.

- Unica soluzione. Il primo sistema, denominato "unica soluzione" perché il pagamento avviene in una sola volta, è di solito preferito da chi dispone di cifre abbastanza consistenti da investire e intende diversificare per ridurre il rischio dell'investimento. E' previsto un esborso minimo in sede di prima sottoscrizione: si parte da un milione circa per i fondi obbligazioni, per arrivare intorno ai dieci milioni per gli azionari; mentre per i versamenti successivi al primo, il minimo va da uno a cinque milioni per alcuni fondi azionari.

- Piano di accumulo. Il secondo sistema, invece, denominato in un gergo Pac (che sta per "programma di accumulazione di capitale") è la soluzione per chi non ha già messo da parte somme consistenti, ma dispone di un reddito costante da destinare in parte all'investimento. I piani di accumulo sono in pratica dei programmi pluriennali di investimento a cui il sottoscrittore aderisce versando in genere mensilmente, oppure ogni due o tre mesi, una somma di modesto ammontare (a partire da 100 mila lire) con l'impegno ad effettuare un certo numero di versamenti: di solito 60, 120, o 180, in corrispondenza di cinque, dieci o quindici anni. Ma esistono anche piani di accumulo flessibili (cioè senza rate in cifra fissa, né scadenze rigidamente preordinate), e addirittura programmi personalizzati.

Generalmente si accede a un piano di accumulo versando subito una somma iniziale pari a un certo numero di versamenti (di solito, 12 volte il valore della rata che si è prescelta: quindi, se la rata è di 100 mila lire mensili, il versamento iniziale dev'essere di 1.200.000 lire). Contestualmente viene richiesto di solito al sottoscrittore di impegnarsi a versare un determinato numero di rate entro una data stabilita di comune accordo. E' bene però sottolineare che l'impegno non è in ogni caso vincolante: il sottoscrittore non ha alcun obbligo di effettuare tutti i versamenti previsti dal piano, e neanche quello di rispettare le scadenze previste. Non solo, ma anche se non è stato completato il piano di accumulo, quanto versato fino a quel momento resta comunque suo. Questa formula ha conosciuto in tempi recenti un discreto successo presso le famiglie italiane, grazie anche alla possibilità di abbinarla ad altri servizi come l'assicurazione sulla vita: stipulare una polizza contemporaneamente sottoscrivere un fondo, con un unico versamento periodico, permette in effetti di beneficiare di condizioni più vantaggiose di quelle ottenibili svolgendo le due operazioni separatamente. Le quote di un fondo comune si possono di solito acquistare sia in banca, sia da un consulente finanziario; a meno che ci si orienti verso un fondo distribuito solo tramite sportelli bancari, o viceversa soltanto da una rete di promotori (ma il caso è sempre più raro). Qual è la differenza? Sotto l'aspetto della tranquillità e sicurezza dell'operazione, se il consulente finanziario è una persona conosciuta e accreditata, non vi sono differenze di rilievo La scelta dipende dalle preferenze personali del risparmiatore. C'è chi non ama recarsi in banca, e all'incontro con un anonimo funzionario allo sportello preferisce un rapporto personale con il consulente, che può venirlo a trovare anche al proprio domicilio, magari fuori dagli orari di lavoro. Naturalmente tutto questo si paga con delle commissioni un po' più salate per i fondi proposti dalle reti di promotori finanziari: i quali d'altro canto si assumono (almeno in teoria) l'onere di seguire l'investimento del cliente e fargli visite periodiche per garantire la consulenza anche dopo la sottoscrizione iniziale. Il capitale del fondo comune d'investimento mobiliare viene amministrato dai gestori, ma è depositato presso una banca denominata appunto "depositaria", che esegue tutti i movimenti in entrata e uscita di titoli e somme liquide, e tiene in deposito il patrimonio del fondo. La vigilanza sui fondi italiani è compito della Banca d'Italia, che ha poteri di ispezioni e verifiche, fissa i criteri per la determinazione del valore delle quote e approva il regolamento del fondo. Ulteriore controllo è esercitato poi dalla Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob) che può eseguire ispezioni, richiedere comunicazioni periodiche di dati e notizie per assicurare la trasparenza dell'attività di gestione. Inoltre la Consob esamina e approva i prospetti informativi, le campagne pubblicitarie e le relazioni periodiche ai sottoscrittori, per garantire al pubblico la massima esattezza e completezza d'informazione. Per quando riguarda la comunicazione esterna, la legge prevede la pubblicazione di tre prospetti periodici (giornaliero, trimestrale e annuale) che devono riportare indicazioni sul valore complessivo netto del fondo e sulla sua composizione, sul valore unitario delle quote ( che viene pubblicato ogni giorno sulle pagine finanziarie dei principali quotidiani) e, infine, un dettagliato rendiconto annuale sull'attività di investimento, compresa l'indicazione di qualità e prezzi dei titoli negoziati, e delle quote emesse e rimborsate nel corso dell'anno. Non tutti sanno che il sottoscrittore di un fondo, oltre al prospetto informativo, ha diritto a ricevere ed esaminare anche tutte le notizie e i dati richiesti dalla Consob alla società che colloca le quote presso il pubblico. Il documento fondamentale che il risparmiatore deve leggere è il prospetto informativo, detto anche prospetto di emissione. E' in ogni caso raccomandabile esaminare il prospetto almeno nelle sue parti essenziali che sono:

- I criteri d'investimento: (facendo attenzione che siano individuati con precisione, e non solo genericamente, i tipi di investimento realizzabili);

- I costi dei servizi: commissioni e spese generali;

- L'elenco dei promotori del fondo e azionisti della società di gestione (contenuto nel "foglio notizie", separato dal prospetto vero e proprio) per verificarne la serietà professionale e la passata esperienza; questo foglio indica anche la banca depositaria del fondo, i soggetti incaricati del collocamento e la società di revisione che certifica i bilanci del fondo stesso;

- Le condizioni per il riscatto delle quote.

In ogni caso, per tutelare il risparmiatore che ha firmato il modulo al proprio domicilio e poi ci ripensa, la legge gli attribuisce la facoltà di recedere dal contratto entro e non oltre cinque giorni dalla sottoscrizione, senza alcun debito o penale. La comunicazione va fatta a mezzo telegramma indirizzato al promotore che ha effettuato la vendità.


www.dottfileccia.it